Udinese Calcio s.p.a.

1896

La Società Udinese di Ginnastica e Scherma che vinse lo Scudetto di calcio l’8 settembre 1896 in un campionato organizzato dalla Federazione Ginnastica. Bissantini, Chiussi, Ksnapfel, Pellegrini, Milanopulo, Del Negro, Plateo, Spivach, Dal Dan (allenatore-gio­catore), Tam, Tolu: questi i prota­gonisti del successo

      

Informazioni aggiuntive

Società

Udinese Calcio s.p.a.

Anno fondazione

1896

Sede

Viale Agostino e Angelo Candolini 2

CAP

33100

Città

Udine

Provincia

UD

Regione

Friuli Venezia Giulia

Telefono Società

0432.544911

Fax

0432.544933

E-mail Società

udinese@udinesespa.it

Numero soci

3

Numero tesserati

196

FSN/DSA/EPS

FIGC

Discipline

calcio

Impianti

stadio "Friuli" e centro sportivo Bruseschi

Colori sociali

bianco e nero

Affiliato UNASCI

SI

Affiliata UNASCI negli anni

2012, 2013, 2014

Pagamenti

, ,

Collare oro

SI

Anno Collare oro

2011

Stella d'oro

SI

Anno Stella d'oro

1974

Presidente

Franco Soldati

Non è la solita inflazionata frase di circostanza che coniamo per iniziare la storia di uno dei più gloriosi sodalizi calcistici italiani, ma è la doverosa testimonianza dei successi che l’Udinese sta mietendo soprattutto in questi ultimi anni, dopo aver sfiorato il titolo italiano Italiana Scherma nel 1954-55, dopo aver vinto lo scudetto di calcio nel 1896, anche se mai riconosciuto. Perché? Perché la manifestazione, un torneo a tre (cui parteciparono, la Palestra Ginnastica Ferrara, l’Istituto Turrazza di Treviso e, appunto l’Udinese, o meglio la Società Udinese di Ginnastica e Scherma disputatosi a Treviso dal 6 all’8 settembre 1896), non fu organizzato dalla Federcalcio FIF(l’odierna GIGC, che fu istituita un anno dopo ed indisse l’8 maggio 1898 il primo campionato italiano di football in un unica giornata), bensì dalla Federazione Italiana Ginnastica (che continuò a operare per qualche anno in concorrenza con la Federazione Football creata appositamente per promuovere il nuovo spoort). Inoltre e soprattutto il torneo di Treviso non utilizzava le regole del gioco del calcio dell’IFAB, ma seguiva invece quelle della variante italiana calcio ginnastico.
Gli udinesi vinsero entrambi gli incontri, prima con il Treviso, poi in finale con la Palestra Ginnastica Ferrara che fu superata per 2 a 0 con doppietta di Antonio Dal Dan, maestro, capitano della squadra, il pioniere del calcio bianconero.

L’anno prima, il 15 settembre 1895, la medesima squadra partecipò al Velodromo “Roma” al Salario ad una gara di esibizione con la Virtus Bologna e spettatore d’eccezione fu il Re Umberto I.

Il 5 luglio 1911 è un’altra data storica per il calcio friulano. I ginnasti dell’Udinese, con a capo Luigi Dal Dan, figlio di Antonio, costituiscono l’Associazione Calcio Udinese che viene iscritta alla Federazione Italiana Giuoco Calcio.
Nel dopoguerra, esattamente il 22 aprile 1919, l’ A.C. Udinese entra a far parte dell’Associazione Sportiva Udinese (Asu) e il conte Alessandro del Torso ne diventa presidente.

Gli anni ’20 coincidono con il debutto del leggendario Gino Bellotto, che ha riempito numerose pagine di gloria della storia bianconera. Bellotto giocatore tutto fare, disputò qualcosa come diciassette campionati con l’Udinese: un record!
Negli anni ’30 dopo diverse stagioni in Serie C arriva l’agognato balzo di categoria arriva nella stagione ’38-’39, ma dopo un paio di campionati, nel ’42-’43 viene declassata.
Dopo la sospensione dei campionati per gli eventi bellici, l’Udinese viene inserita in uno dei tre gironi (quello veneto-emiliano) del torneo di B-C cui partecipano 36 squadre e nel ’47-’48 arriva il primo storico balzo in serie A grazie a una svolta societaria: Guido Cappelletto rassegna le dimissioni da presidente e il suo posto viene preso dall’industriale Giuseppe Bertoli, contitolare delle omonime Officine di Paderno a Nord di Udine, che si accolla, anche, l’intero debito societario.

A conclusione del torneo ’51-‘52 Giuseppe Bertoli decide di dare spazio e totale responsabilità al genero, Dino Bruseschi, capo di un’avviata industria del legno di Palmanova. Bertoli assume la carica di Presidente onorario. La fiducia è ben riposta. Bruseschi dimostra abilità, soprattutto nelle operazioni di mercato. Nel ’54-’55, prima della retrocessione a tavolino, l’Udinese sfiora anche lo Scudetto. Poi ritorna prepotentemente in Serie A, ma a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 comincia una parabola discendente.
Nell’Udinese si avvicendano giocatori e allenatori, la musica non cambia sino all’8 giugno del 1976 quando, l’Associazione Calcio Udinese si scioglie e viene costituita una Spa con capitale sociale formato dall’azionariato popolare e dalle quote dell’ex vice presidente Lino Midolini, di Angelo Da Dalt e dell’industriale veneto Teofilo Sanson che è il nuovo presidente. Sanson affida la panchina a Livio Fongaro, mentre Franco Dal Cin è il nuovo Direttore Generale e il 26 settembre 1976 viene inaugurato anche il nuovo stadio “Friuli”, la casa dell’Udinese e nel ’78-’79, con Giacomini in panchina, è di nuovo Serie A. Il 27 giugno 1981 viene siglato l’accordo con la Zanussi e Lamberto Mazza, numero uno dell’azienda di Porcia, ne diventa il presidente.

La nuova società lavora bene, vengono acquistati elementi importanti Causio, Muraro, Pancheri, Orlando Pereira, Orazi dal Catanzaro. Il cammino è dignitoso, l’Udinese si salva senza patemi, mentre l’anno dopo, con gli innesti di Pulici, del croato Surjak, del brasiliano Edinho, di Virdis viene conquistato il sesto posto.
L’Udinese è una bella realtà del calcio italiano, Mazza e Dal Cin tentano di trasformarla in uno squadrone. L’1 giugno 1983 giunge dal Brasile la notizia-bomba: l’Udinese ha acquistato nientemeno che Antunes Coimbra Zico, il miglior giocatore al mondo. Zico nell’Udinese significa stadio “Friuli” sempre pieno, significa 26611 abbonati. Un record! La squadra parte bene, sale nei posti di vertice, Zico segna e incanta. Ma l’8 marzo 1984 il “Galinho” si “stira” in un amichevole disputata a Brescia. E’ la fine delle ambizioni dell’Udinese, il brasiliano sta fuori cinque giornate, quando rientra non è più lo stesso, la squadra dal terzo scende al sesto posto.
Nel luglio del 1986 Gianpaolo Pozzo subentra a Lamberto Mazza in un momento drammatico per il calcio friulano: L’Udinese è coinvolta in qualche caso di presunto scandalo scommesse.

Il 28 luglio 1986 il club bianconero viene retrocesso in B, poi in Appello il provvedimento viene parzialmente rivisto, ma in peggio: all’ Udinese inflitti nove punti di penalizzazione. In pratica è una retrocessione posticipata. Comincia, nei primi anni della gestione Pozzo, un sali-scendi dalla serie A alla serie B fino a quando Gianpaolo Pozzo nel giugno 1995 dà fiducia a Alberto Zaccheroni dopo il ritorno nella massima categoria.

Il resto è storia recente con i 26 anni di maggiore gloria alla guida della famiglia Pozzo, fatto di 17 anni consecutivi di serie A, nove qualificazioni in Coppa Uefa (poi Europa League), una in Champions League e una ai preliminari. E il passaggio a Udine di campioni come Bierhoff, Amoroso, Sanchez e la bandiera Antonio Di Natale – l’uomo che ha frantumato ogni record di reti in bianconero – oltre ai migliori allenatori italiani come Zaccheroni, Spalletti e Guidolin. Sotto l’egida della famiglia Pozzo l’Udinese taglia traguardi impensabili per una piccola realtà di provincia ed entra, stabilmente, a far parte del gotha del calcio italiano.