Il 28 marzo 1862, a nemmeno due anni dalla liberazione di Perugia dal potere pontificio del 14 settembre 1860, alcuni illustri cittadini fondarono un’associazione di tiro al bersaglio, ovvero il tiro a segno.
Uno dei primi problemi da affrontare fu l’individuazione di un personaggio a cui proporre la presidenza onoraria. I dirigenti perugini si rivolsero nientemeno che a Giuseppe Garibaldi, l’Eroe dei due Mondi. Il generale accolse ben volentieri l’invito e, in data 21 maggio 1862 spedì al sindaco di Perugia il seguente dispaccio: “Verrò tra voi, valorosi perugini, e mi sarà caro lodarvi di presenza per quanto avete fatto per l’istituzione del Tiro a Bersaglio”.
La provincia fu suddivisa in venti mandamenti e in ciascuno di essi si cercò di istituire un poligono. Erano nell’ordine Assisi, Cascia, Città della Pieve, Città di Castello, Ficulle, Gualdo Tadino, Gubbio, Narni, Nocera, Norcia, Orvieto, Perugia, Magione, Spoleto, Terni, Todi, Trevi, Rieti, Fara Sabina e Poggio Mirteto. Ovviamente, occorsero diversi anni prima che tutte le zone fossero dotate di un poligono, Perugia stessa faticò prima di trovare uno spazio idoneo.
Dapprima si prese in esame un terreno nei pressi del Pian di Massiano, quindi il Comune chiese e ottenne dall’Asse ecclesiastico una zona confinante con il monastero di San Girolamo, di proprietà dei monaci benedettini di San Pietro, tra gli uomini di chiesa forse più vicini ai garibaldini.
Varcando la porta della Sezione di Perugia del Tiro a Segno Nazionale, è possibile leggere all’entrata una lapide che ricorda il dono ricevuto. Da allora la sede non si è più spostata, come se la città l’avessa fatta propria, a partire dal nome del campo di tiro: “XX Giugno”.
L’inaugurazione, a due anni esatti dalla liberazione, fu solenne e festosa, con la banda del maestro Bellucci che suonò fino a tarda notte. Al termine di quella prima gara furono premiati i tiratori che avevano eseguito il colpo più centrale e i tre che avevano ottenuto la media migliore.
Grande fermento fu registrato nella sezione perugina anche per l’inaugurazione del monumento a Garibaldi il 20 settembre 1887. In memoria dell’eroico presidente, deceduto 5 anni prima, fu organizzata una gara provinciale e chiesto un premio all’allora Primo Ministro, Rattazzi, tramite i buoni uffici dell’onorevole Cesare Fani, concesso in via del tutto eccezionale in onore dell’eroe.
Nel 1890 il poligono perugino fu visitato da Re Umberto I e dalla Regina Margherita con il figlio Vittorio, i quali assistettero alle gare organizzate in città nel periodo dell’inaugurazione del Monumento a Vittorio Emanuele II.
La visita reale diede grande impulso ai dirigenti perugini, che richiesero al Ministro della Guerra, Gen. Pelloux, i fondi per ampliare il poligono.
A livello sportivo iniziarono ad arrivare molti riconoscimenti per i tiratori locali, a partire da una gara a Roma nel 1890 che fruttò una medaglia d’oro da cento lire per Guglielmo Baduel, che poi ne vinse anche una d’argento e una di bronzo; altre due medaglie d’oro da 50 lire per Rodolfo Pucci Boncambi e Vittorio Agostini; un primo premio andò anche ad Adolfo Iraci nel fuoco accelerato. Premiati pure Galliano Andrei, Romeo Bianconi, Corrado Sanguinetti e Giacomo Temperini. La società si piazzò al 21° posto su 410 e il risultato ripagò l’impegno dei soci, primo fra tutti il presidente Pucci Boncambi, decisivo per il decollo del circolo perugino.
Il 25 maggio 1897, in occasione della decima edizione del prestigioso campionato provinciale, venne messo in palio un vessillo, destinato a divenire molto prestigioso con il tempo: la Bandiera Umbra, ricamata a mano dalle donne di Città di Castello e ancora oggi premio per i vincitori dei campionati regionali, con un passaggio di consegne davvero suggestivo. Alla competizione erano iscritti 32 tiratori e la gara individuale fu vinta da Paolo Traversa di Fara Sabina, che si aggiudicò una medaglia d’oro da 85 lire. Dietro di lui di un solo punto Giotto Sebastiani, primo della sezione di Perugia che si aggiudicò la Bandiera, grazie anche alle prestazioni di Baduel, Andrei, Bernardini e Uffreduzzi. Pochi giorni dopo arrivò una bella vittoria a San Sepolcro, che portò due attestati di benemerenza e permise di fregiare la Bandiera della medaglia d’oro, come riconoscimento sportivo in genere, non solo agonistico.
Visto il successo della Bandiera, venne anche istituito un secondo prestigioso trofeo, lo Scudo Umbro.
La Sezione di Perugia del Tiro a Segno Nazionale nella sua storica sede di Borgo XX Giugno svolge oggi un’intensa attività sportiva ma anche di servizio alle principali istituzioni di ordine pubblico. L’attività sportiva riguarda due binari principali: quello strettamente agonistico con atleti di primo piano protagonisti e livello nazionale ed un altro riservato al livello amatoriale dedicato a coloro che praticano il tiro per loro diletto.
Parallelamente la Sezione di Perugia del Tiro a Segno Nazionale svolge un servizio di formazione e verifica delle capacità degli uomini delle forze dell’ordine che dal punto di vista professionale necessitano dell’utilizzo delle armi da fuoco.
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