Tiro a Segno Nazionale Sezione di Casale Monferrato

1869

Frontone sull'ingresso della sede del Tiro a Segno Nazionale Sezione di Casale Monferrato 1869. L'opera in bassorilievo ha come titolo "La difesa di Casale Monferrato": evento storico del 23 Marzo 1849. Il bassorilievo è stata realizzato al momento della costruzione del poligono tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. Il poligono è intitolato alla memoria del Cap. Pietro Bernotti, capitano del 155° Reggimento Fanteria della Brigata Alessandria deceduto nel 1915 durante la seconda battaglia dell'Isonzo.

      

Informazioni aggiuntive

Società

Tiro a Segno Nazionale Sezione di Casale Monferrato

Anno fondazione

1869

Sede

Via Visconti 29

CAP

15033

Città

Casale Monferrato

Provincia

AL

Regione

Piemonte

Telefono Società

0142.453892

E-mail Società

segreteria@tsncasalemonferrato.it

E-mail PEC Società

segreteria@pec.tsncasalemonferrato.it

Numero soci

166

Numero tesserati

166

FSN/DSA/EPS

UITS

Discipline

tiro a segno con armi ad aria compressa ed a fuoco

Impianti

campo di tiro a segno di pistola e carabina e relativi servizi

Affiliato UNASCI

SI

Affiliata UNASCI negli anni

2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014, 2015, 2016, 2017, 2018, 2019, 2020, 2021

Pagamenti

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Presidente

Aldo Garrone

E-mail Presidente

aldogarrone@libero.it

Augusto Battaglieri, politico gìolittiano e futuro sottosegretario di più di un ministero, nell’anno 1883 fonda a Casale Monferrato la Società Mandamentale di Tiro a Segno, riunendo alcuni appassionati trai quali il geom. Gaudio, il cav. Zanotti, il cap. Pugno, il Mar.llo Acuto, raccogliendo l’eredità della vecchia Società di Tiro a Segno costituita a metà del 1800 (si parla del 1869). L’anno successivo la Società contava già 103 soci.
Inizialmente la società usufruì dei vecchio campo di tiro ove si addestrava la Guardia Nazionale appena vicino a quella che all’epoca era Porta Roma.
Successivamente, al fine di migliorare la capacità di addestramento e di ridurre il rischio per l’utilizzo di campi di tiro non idonei, ancora Battaglieri riuscì ad ottenere l’appoggio del Demanio Militare per l’acquisto e l’apprestamento di un campo di tiro a segno a ovest dello spalto dei fortilizio denominato Corona di Cittadella”, l’attuale zona di San Bemardino. Come testimonianza storica esistono verbali di nomina dei tre membri della presidenza della Società di Tiro a Segno Nazionale.
Una planimetria datata 12 settembre 1874 reca il dislocamento dell’ipotetico campo di tiro. In data 1878 veniva redatta una delle successive numerose ipotesi di campo per il tiro, mentre ad una data non precisata appartiene uno dei progetti ipotizzati verso la fine dell’800 che prevedeva una costruzione di pagode in strutture leggere per l’esercizio dell’attività di tiro in condizioni protette.
Presumibilmente verso la fine dell’800, non avendo in merito rintracciato notizie e documenti ufficiali più precisi, venne deciso definitivamente la predisposizione di un campo di tiro, e in seguito ad esigenze tecniche derivanti dall’addestramento, si progettò la costruzione di una struttura in muratura fissa.
Tra i probabili progetti presentati prima di quello che dava origine al progetto esecutivo, vi fu anche l’ipotesi di costruire una struttura che prevedeva un frontone ornato da colonnato e da due corpi di fabbrica distinti ma uniti dall’atrio coperto.
Alla struttura che oggi si erige all’ingresso dei campo di tiro si giunse mediante la costruzione di un edificio composto da due corpi di fabbrica caratterizzati ognuno da un tetto piano, collegati tra loro da un cortile scoperto.
Solo nel 1924, come testimonia il progetto dell’ing. Alzona di Casale Monferrato, si decise di realizzare una copertura a falde inclinate per ovviare alle gravi infiltrazioni verificatesi nel tetto piano.
Dal 1924 ad oggi la struttura edilizia complessiva non ha subito apprezzabili trasformazioni.
Solo nel periodo prebellico corrispondente alla entrata in guerra dell’Italia (10 giugno 1940) fu donato nell’ambito dell’operazione `Ferro per la Patria’ il cancello originale in ferro battuto ornato con fregi; al suo posto veniva probabilmente sostituito con altro serramento presumibilmente in legno sostituito più volte durante gli anni successivi.L’attuale cancello in ferro è quello derivante dall’ultima sostituzione eseguita fine anni 1970.
Con l’entrata in guerra nel 1915, il Governo richiese ‘oro per la Patria in Armi”, e già all’epoca il Tiro a Segno di Casale era in grado di offrire ben 27 medaglie d’oro conquistate su campi nazionali e internazionali; il Governo ringraziò coniando appositamente una medaglia di bronzo della quale si fregia la bandiera sociale.
Nel 1919 sulla base di un progetto di un campo di 300 metri con 6 linee sdoppiabili redatto dal Ten. Colonnello Lussiana il poligono venne rilanciato ed i soci raggiunsero il numero di 1500.
Battaglieri aveva anche istituito un “casellario schedale” (che venne recepito dal Ministero) per il coordinamento dei dati militari ed i risultati di ciascun frequentatore.
Avvalendosi di un lascito del comm. Antonio Bernasconi, già magistrato a Casale, veniva istituito un Challenge che per numerosi anni costituì un selettivo importante premio.
Battaglieri restò Presidente fino alla sua morte, avvenuta nel 1929.
Nel 1924 i soci erano 759 oltre a 181 “premilitari”.
Il Poligono veniva intitolato al nome del Capitano Pietro Bemotti subito dopo la Grande Guerra, a commemorazione delle sue gesta valorose che gli fecero attribuire l’onorificenza della medaglia d’oro per il suo sacrificio avvenuto nel 1915 a Sella di San Martino.
Nel 1933, ricorrendo il cinquantenario della fondazione, nell’atrio dell’edificio oggetto delle opere di restauro, che all’epoca ospitava anche la casa dei custode ed ai vari servizi, veniva collocata una targa a ricordo dei fondatore On. Battaglieri.
Per meglio comprendere quale potesse essere l’importanza del poligono per la città di Casale Monferrato, al di là dell’aspetto meramente legato alle necessità di svolgimento dell’attività di tiro a segno, si può risalire ad un articolo giornalistico apparso su “Il Monferrato” nel 1937 sotto il titolo “Si vis pacem parat bellum” , articolo nel quale si evidenziava la piacevolezza della passeggiata che i Casalesi potevano fare partendo dalla Via Mellana e, attraversando diagonalmente i giardini omonimi, si giungeva, costeggiando le mura gloriose della città e al cospetto dei camini fumanti dell’Italcementi e Buzzi, fino al Tiro a Segno, poco distante da quelle che all’epoca erano definite chiare e fresche acque del canale Lanza. Pareva che all’epoca questo fosse uno dei percorsi turistici compiuti dagli abitanti della città poiché allora il poligono coincideva anche con l’inizio della campagna aperta, e questo permetteva di godere dei panorama delle colline poste a sud.
Poi si giunse alla guerra d’Africa che portava al compimento delle vicende storiche conosciute; il poligono di Casale Monferrato fu ancora una volta un punto importante per la scrittura della storia, non solo locale, poiché ospitò manifestazioni di carattere militare ma anche sportivo.
Dopo la seconda guerra mondiale, l’attività dei tiro a segno ritornò a conoscere l’aspetto prettamente sportivo, tanto che molti casalesi ritornarono a frequentare il tiro a segno con tale spirito.
Ed i successi non mancarono, tanto che negli scambi Italo – Tedeschi che si susseguirono, portarono i casalesi ai Tornei dell’Amicizia fino a gareggiare a Friedrichshafen presso il Lago di Costanza negli anni 1960.
La sede raccoglie anche importanti cimeli storici relativi ad un altro pezzo di storia casalese e nazionale provenienti dal disciolto 11° Reggimento Fanteria Casale che per ben 200 anni fu legato indissolubilmente alla città.
Attualmente l’Associazione conta circa 180 soci i quali esercitano attività sportiva, ma è anche zona di allenamento per le forze dell’ordine locali.

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° …………. – ………….. Pier Erminio Cappa
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° …………. – in carica Aldo Garrone