Il 10 aprile dell’anno 1881 l’assemblea generale dei soci approvò lo statuto della Società Tiro a Segno – Ginnastica e Scherma di Bari.
Ci fu anche l’elezione delle cariche che vennero assegnate come segue:
Presidente: Cav. Maldacea Moisè (Tenente Colonnello),
Segretario: Montefusco Giuseppe (Tenente Colonnello),
Vice Presidente: Strazza Cesare (Direttore della Scuola Banco Modello),
Consiglieri (14 tra cui): Bovio Raffaele (Ufficiale Ragioniere all’Intendenza di Finanza), Fallacara Angelo (Avvocato), Sagarriga Visconti Cav. Camillo (Proprietario), Suppa Giuseppe (Avvocato), Alberini cav. Alessandro (Direttore Scuole Normali Maschili), Romita Giovanni (Insegnante), De Montel Enrico (Preside dell’Ist. Tecnico Nautico) e Andriola Domenico (Proprietario).
Soci ordinari erano all’inizio n. 80 tra i quali il sindaco di Bari, Giandomenico Petroni.
La tassa di iscrizione era di Lire 3,0 mentre la tassa mensile era di Lire 1,0 e l’iscrizione era obbligatoria per la durata di anni 2; l’anno si computava dal 1° gennaio.
In data 1 gennaio 1884 si costituì a Bari la Società del Tiro a Segno Nazionale autorizzata con determinazione della Direzione Provinciale del 10 aprile 1881 con le Norme stabilite dalla Legge 2 luglio 1882 e Regolamento del 15 aprile 1883.
La prima sede sociale fu in Corso Vittorio Emanuele 187. Potevano diventare soci i cittadini che avevano compiuto il 16° anno di età e la tassa di iscrizione era di lire 3,0 annue.
Presidente venne eletto il Sindaco di Bari, Giuseppe Signorile, mentre segretario fu nominato il ten. Col. Giuseppe Montefusco.
Le Categorie di Soci ammessi erano:
– Scuole: giovani frequentanti Università, Istituti e scuole;
– Milizia: soci appartenenti all’Esercito permanente, alla Milizia mobile e Territoriale in congedo illimitato;
– Libero: tutti gli altri cittadini non rientranti nelle suddette categorie.
Il Campo di tiro utilizzato fu quello di San Francesco all’Arena (fino a circa l’anno 1935).
Dal 1935 il campo di tiro venne trasferito in località Fesca nel nuovo poligono a metri 300 intitolato ad “Emanuele Filiberto”. In prestigiosi e spaziosi locali; lo stemma del TSN ne sormonta ancora oggi l’ingresso costituito dai classici tre cerchi. Gli impianti erano di prim’ordine tanto che il muro parapalle, tutto realizzato in cemento armato, era munito sul lato di Nord Ovest di contrafforti a forma di carabina, alte circa m 5.
Dopo la parentesi bellica, al termine della requisizione da parte delle truppe alleate, l’impianto fu restituito al ricostituito Esercito Italiano che lo tenne in stato di completo abbandono.
Alla Sezione di Bari fu concesso di sfruttare solo un’ala del grande edificio sociale per l’alloggio del custode mentre come impianto di tiro fu adottato uno spazio ricavato dalle scuderie, con tre linee di tiro a m. 50.
Gli Uffici del TSN furono invece aperti a Via Quarnaro alle spalle della Banca d’Italia.
A seguito degli eventi bellici e delle razzie avvenute negli anni, fino agli anni 70, non sono rimasti cimeli o ricordi del glorioso passato del Tiro a Segno Nazionale di Bari.
Primo Presidente del TSN postbellico fu il signor Domenico Testini, originario di Ruvo di Puglia che riuscì nel tempo a disporre di un capitale sufficiente con il quale realizzò l’attuale poligono di Bari relegato al termine del comprensorio originario che a sua volta fu adattato a spiaggia per i dipendenti del Presidio Esercito di Bari.
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