Società Ciclistica Pedale Veneziano

1913

26 giugno 1941: i soci del Pedale Veneziano al Raduno di Portogruaro.

      

Informazioni aggiuntive

Società

Società Ciclistica Pedale Veneziano

Anno fondazione

1913

Sede

Santa Croce 469/A

CAP

30125

Città

Venezia

Provincia

VE

Regione

Veneto

E-mail Società

info@pedaleveneziano.it

Numero soci

54

Numero tesserati

54

FSN/DSA/EPS

FCI

Discipline

ciclismo

Impianti

sede sociale

Colori sociali

nero-verde

Affiliato UNASCI

SI

Affiliata UNASCI negli anni

2016, 2017, 2018, 2019

Pagamenti

, , ,

Presidente

Alberto Fiorin

Telefono Presidente

320.4253630

E-mail Presidente

afiorin@libero.it

La Società Ciclistica Pedale Veneziano è l’unica delle società storiche ciclistiche del comune di Venezia– oltre al più giovane Dopolavoro Ferroviario di Venezia – a essere ancora in vita, a oltre cento anni dalla sua fondazione.
Essa infatti nacque l’1 gennaio 1913 nelle sale superiori del Caffè Banca d’Italia a San Salvador – vicino al Ponte di Rialto – e risulta essere partorita dall’idea di alcuni transfughi della Pro-Routier e della disciolta Unione Ciclistica Incoraggiamento.
Come presidente venne eletto Vittorio Chiozzotto, e il primo direttivo era composto dal segretario Salvatore Bergamo, dal cassiere Giovanni Anfodillo, dal direttore sportivo Emilio Zampieri, e dai consiglieri Antonio Da Tos ed Egidio De Zottis.
Nel primo anno la presidenza venne rinnovata ben due volte, il 24 luglio e il 27 dicembre – risultarono presidenti rispettivamente prima Pietro Civin poi Aldo Bon – e subentrarono i nuovi consiglieri Giacomo Trame e Natale Rizzi.
Ma nonostante questi primi cambiamenti, la società decollò fin da subito e il presidente storico per molti decenni fu Vittorio Chiozzotto, che riassunse subito le redini della società (era presidente anche dell’Unione Ciclistica Incoraggiamento che si fuse nel Pedale Veneziano) e le mantenne fino alla sua morte, avvenuta a fine anni Quaranta del secolo scorso. Nel frattempo fu anche consigliere per tre anni presso il Commissariato Regionale Veneto dell’Unione Velocipedistica Italiana.
Il primo campionato sociale, disputatosi il 2 novembre 1913 in condizioni ambientali proibitive, vide al primo posto Guiscardo Zangrossi, al secondo Natale Rizzi e al terzo Luigi Deola.
112 già in quel primo anno gli atleti neroverdi si fecero onore conquistando l’importante Coppa Bon e il Campionato Veneto indipendenti disputato a Castelfranco Veneto.
In quegli anni d’esordio il Pedale Veneziano si segnalò subito nelle competizioni di tutto il Veneto per le numerose vittorie dei suoi soci, tra cui brillavano i fratelli Guiscardo e Spiridione Zangrossi, Giacomo Trame, Pietro Reatto e Armido Bertazzolo, vincitore quest’ultimo – tra le molte gare – di un Campionato Italiano Indipendenti.
Ma dalle cronache sportive del primo dopoguerra emergono anche molti altri nomi di appassionati, più o meno forti, come Ravazzin, Manzoni, Pozzati, Bortoletto, Rossi, Rizzi, Civin, Bullo, Da Tos, Turchetto, Bardini, Mondin, Cucchini, Pajer, Zanon, Memo, Boato, Tommasi, Aita, Quintavalle, Fiorasi, Gambini, Ciampi, Vianello, Basaldella, Pianon, Zini, Castelli, Vistosi, Bicciato, De Gobbi, Mazzocco, Comellato e Meneghetti.
E sopra questi vegliava come un padre il presidente Vittorio Chiozzotto che seguiva i suoi atleti a bordo di un vecchio side-car pilotato dal non più giovane Luigi Deola, che aveva partecipato alla vita societaria fin dal suo primo anno di vita (giungendo terzo nel Primo Campionato societario).
Ed è passata ormai alla leggenda l’impresa di alcuni ardimentosi – capitanati dal presidente Chiozzotto – che di notte, per non rischiare multe se non addirittura l’arresto, armati di un badile per togliere la folta erba, pali e corde per la… misurazione, alla luce di un fanalino a olio, tracciarono clandestinamente a Sant’Elena una pista improvvisata di 360 metri.
Poi su questa, dopo adeguata propaganda ma senza incontrare osservazioni o impedimenti di sorta, grazie a un servizio d’ordine disposto dai soci che tenevano lontano il pubblico con corde per assicurare il regolare svolgimento delle manifestazioni, si svolsero gare in linea, a cronometro, a inseguimento, a coppie.
Si distinse in quelle gare il fortissimo Reatto.
Ma l’atleta in assoluto di massimo spessore è stato Aimone Altissimo (parente di quello che fu anche ministro della Repubblica, Renato Altissimo), vincitore per due anni consecutivi (1929 e 1930) della Popolarissima di Treviso e soprattutto – il 17 agosto 1930 – di una Milano-Modena per professionisti e dilettanti, prova di selezione per i campionati mondiali.
Con il passar degli anni la società, dalla sede iniziale del Caffè Banca d’Italia, si trasferì presso il Caffè Aurora in Piazza San Marco e poi, nel 1931, si trovava presso il Ristorante Marco Polo in calle degli Stagneri, a San Marco, mentre nel 1933 era attestata presso la trattoria “Da Nane”, in Corte dell’Orso 5495, dietro il centralissimo Campo San Bortolomeo, quello stesso locale che qualche decennio prima – nel 1907 – vide fondare il Calcio Venezia.
Dopo la Seconda guerra mondiale la società fece un altro trasloco, presso la Trattoria Antica Orsetta in Campo ai Frari, ora ristorante cinese.
Alla morte di Vittorio Chiozzotto – come detto, verso la fine degli anni Quaranta – venne eletto presidente Livio Cottica (trasformato immediatamente nel “Codega” in dialetto) – che abitava proprio dietro la sede dell’Antica Orsetta – persona seria e coscienziosa, che mantenne la presidenza fino ai primi anni Cinquanta.
Qui cala la nebbia sulla gloriosa società neroverde. Il Pedale Veneziano visse il suo momento di declino: molti suoi soci trasmigrarono in altre società come la Unione Sportiva San Marco o la Serenissima e per una quindicina di anni (tutti gli anni Sessanta e buona parte dei Settanta del ventesimo secolo) non si hanno notizie ufficiali della società, pur circolando in giro ancora ciclisti con le vecchie maglie neroverdi.
Poi, improvvisamente, un gruppo di appassionati, nel 1978, decise di ridare vigore e vita alla società e si costituì la nuova dirigenza: Pierantonio Bugato presidente, Canziani vicepresidente, Balli segretario, Rogante direttore sportivo, Bon tesoriere, consiglieri i fratelli Ciampi, Pagan, Tiozzo, Sumiti, Pascucci e Valle.
La sede era il patronato dei Tolentini, l’antica Scuola dei Laneri, palazzo di Baldassarre Longhena.
Da allora la società – che contava una trentina di iscritti – ha ripreso vita, partecipando prevalentemente ad attività cicloamatoriali in giro per il Veneto e il Nord Italia.
Nel 1983 al presidente Bugato subentra Antonio Navas che resta in carica cinque anni – in cui furono organizzati alcuni Memorial Vittorio Chozzotto e altre gare per dilettanti – e che a sua volta lascia il comando, nel novembre 1988, a Franco Angiolin, presidente per i successivi 25 anni, fino al 2013.
In questo ultimo periodo, con il tandem Franco Angiolin e Franco Puppato (vicepresidente fino al 2007), la politica societaria si è incentrata sulla promozione e diffusione dello sport ciclistico a livello amatoriale, anche e soprattutto grazie all’organizzazione di viaggi ed escursioni che consentano di conoscere nuove realtà e di contattare società e club ciclistici europei distanti nello spazio ma vicini nello spirito e nella concezione del rapporto con la bicicletta.
In quest’ottica si inseriscono i numerosi viaggi in Italia e all’estero che hanno dato modo alla società di farsi conoscere in molte nazioni e di diventare in qualche modo ambasciatrice del ciclismo lagunare, grazie a momenti ufficiali e di gemellaggio.
Negli ultimi anni il trend di crescita è più che positivo e gli iscritti si sono attestati sulla cinquantina.
Nel 2014 le cariche si sono rinnovate ed attualmente il consiglio direttivo è così composto: presidente Alberto Fiorin, vicepresidente Francesco Di Cataldo, segretario Dino Facchinetti, consiglieri Roberta Pierobon, Massimo Brocco, Gabriele Regini, Mauro Gambato.