Nel 1886 a Casale Monferrato un gruppo di appassionati del fiume Po stilò le prime norme sociali per la fondazione di un gruppo sportivo che praticasse il canottaggio.
In realtà già da parecchi anni i canottieri locali praticavano gare con i “barcè”, le tipiche barche da pesca sul fiume a fondo largo, almeno dal 1870, anno in cui il casalese Giovanni Lanza, presidente del Consiglio, aveva annunciato al mondo che Roma era diventata la capitale d’Italia.Dopo due anni di insistenze presso la giunta municipale, i soci della Società Canottieri Sedula, questo il nome originario, ottennero un piccolo appezzamento di terreno sulla sponda sinistra a lato dei bagni pubblici per costruire uno sbarcatolo.
Nel 1887 vennero organizzate a Casale le prime regate nazionali.
In quello stesso anno Ettore Riccio nelle gare nazionali di Piacenza si classificò 3° facendo conoscere la società anche fuori dal proprio territorio.
Dopo la Prima Guerra Mondiale, le attività sportive ripresero anche a Casale, e tra queste anche l’attività remiera, che nel 1920 ritrovò nuovo vigore ricostituendosi nella Società Canottieri Casale.
La prima sortita stagionale avvenne su un vecchio barcè ricatramato, e per la festa di San Pietro ornato di fiori e palloncini, sfilando tra le altre imbarcazioni ornate in gran pavese.
Nel 1924 una ventina di amici salpò dal Cavagnà, sede provvisoria della società, a bordo del vecchio barcè e attraccò al molo di quella porzione dello scalo Pontieri che dopo tante peripezie era stato assegnato alla Canottieri Casale dal Demanio Militare. La tanto sospirata sede divenne realtà: la bandiera giallo-rossa salì sul pennone e si procedette al varo della prima vera barca: la Dodesona, lunga 12 metri, 6 remi. Costruita di nascosto nel cortile di Santa Croce, portata all’acqua su un carrettino a mano, tutta infiorata, percorrendo le strade cittadine di domenica per sublimare un trionfo e fatta scivolare in acqua dal molo. L’8 settembre 1924 fu vinta la disfida con i Battellieri Colombo di Pavia, suggellata da una medaglia al merito sportivo concessa dalla Federazione nazionale di canottaggio.
Venne costruito un campo da tennis in cemento, quindi fu spianata una parte del cortile per far posto ad un campo di bocce.
Oltre alle gare era il tempo dei grandi raid sul fiume Po: nel 1925 la Canottieri Casale partecipò alla prima Torino – Venezia dal 19 al 30 luglio.
Nel 1926 in occasione di San Pietro si inaugurò la Torino – Casale, poi altri esaltanti 12 giorni di voga sino a Venezia.
I raid si ripeterono ogni anno, nel 1933 quello verso Venezia fu portato a termine da equipaggi di giovanissimi. Una attività che si fermò quando l’Italia entro nel conflitto mondiale.
Nel 1927 viene costruito il primo campo da tennis, nel 1929 viene effettuata l’affiliazione alla Federazione Nazionale Canottaggio, poi gli anni bui della guerra, ma nel 1946 un consiglio provvisorio si diede da fare per riportare in alto il nome della società.
Le storiche regate Casale-Venezia “baciavano” le sponde giallo-rosse del fiume, ma sicuramente l’avvenimento più importante di quegli anni è la nascita della squadra di basket (…la futura Junior Casale) di Spinoglio e Daghino.
Poi la pallanuoto, i gruppi di prosa, alcuni incontri di boxe nella sala da ballo, nata anch’essa nel ’46; la lotta giapponese metteva piede alla “Cano” nel ’56, così come il campo da calcio al Ronzone, il mitico Sinai.
Nel 1964, storica inaugurazione della piscina esterna con il giovane tuffatore e futuro olimpionico Giorgio Cagnotto (papà di Tania) per poi arrivare al 1967 con il “modernissimo” campo da tennis coperto ed il torneo di seconda categoria vinto da Roberto Lombardi (presente anche Adriano Figarolo, battuto da un “certo” Rino Tommasi).
Nel 1969 viene ripubblicata la rivista “Il Molo”, diretta da Luigi Angelino: tutti gli avvenimenti più importanti all’interno della società erano impressi su carta stampata.
Ma un impulso forte allo sport venne dato dal presidente Renato Bagnera (le sue caricature dei personaggi del club erano un must!), il quale ingaggiò due istruttrici federali di nuoto (Derchi e Parodi), che portarono in alto il nuoto casalese.
Il tennis rimane la chicca della società, quando ad un’esibizione vengono invitati Paolo Bertolucci, Nicola Pietrangeli e Sergio Palmieri.
Nella Music Hall (la discoteca del club, per anni luogo di aggregazione della città) iniziavano i matineè studenteschi, dove la goliardia la faceva da padrone, senza dimenticare le numerose “veglie” (feste) estive ed invernali.
Ma non è sempre tutto oro quel che luccica: non si possono non dimenticare le alluvioni del 1994 e del 2000, per poi passare al terribile incendio doloso del 2004.
Le presidenze Conti e Bagnera riportano l’araba fenice al suo splendore e al passo con i tempi: ritorna il canottaggio, il tennis è a livelli incredibili (dodici edizioni del torneo internazionale femminile, la squadra maschile e femminile ai vertici della racchetta nazionale, i tanti nomi del palcoscenico Atp e Wta che sono passati in città) ed un ritorno al passato con i concerti di Franco Piacibello.
I successi sportivi si susseguono anche sotto la presidenza di Giuliano Cecchini: il 2015 è stato l’anno del primo titolo italiano under 14 maschile di tennis a squadre, grazie ai successi di Alessio Demichelis e Lorenzo Reale, insieme al loro capitano Giugiu Massola, nelle Finali Nazionali di Livorno, portando così alla ‘Cano’ il suo primo scudetto.
Sempre nel 2015, c’è stata la retrocessione dall’A1 all’A2 di tennis del team maschile. Sempre nello stesso anno la squadra femminile di A2 è arrivata alla finale per la promozione in A1 contro il Tennis Beinasco. Per quel che riguarda il canottaggio importante è la visita del presidente della Federazione ed ex olimpionico Giuseppe Abbagnale, il quale si è complimentato con gli atleti giallorossi e con il loro allenatore Luigi Mattea. Un 2015 ricco di meritati successi sportivi che fanno da solida base per gli anni a venire.
La Canottieri è insomma un circolo a 360°, che pensa al futuro, guardando al passato, a pochi passi dal centro cittadino di Casale, Capitale del Monferrato.
(Testo a cura di Andrea Mombello)
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