Nonostante vi siano testimonianze discordi sulla data esatta di fondazione, e nonostante i documenti ufficiali siano andati perduti, ci sono diverse prove che attestano il 1903 quale data ufficiale di nascita del sodalizio: il primo documento storico conservato nell’archivio del Comune di Cortina d’Ampezzo datato 5 marzo 1903 e gli ultimi due esemplari dello stemma originale, in metallo smaltato, che riportano la data del 1903.
Le attività del neonato club sono di tipo promozionale attraverso l’organizzazione di competizioni di sci, slittino e pattinaggio. Lo scopo è culturale e sociale, oltre che turistico e sportivo. Già nel 1905 la società conta ben 220 soci ed è dotata di un ufficio informazioni e di una biblioteca, donata dalla contessa Emilia Howard e purtroppo andata bruciata.
Per promuovere il turismo invernale a Cortina, lo Sport Club si occupò anche di far stampare presso la tipografia di Innsbruck un pieghevole informativo in lingua tedesca che, con grande modernità, riportava, oltre ai contatti del Club, una cartina geografica e stradale con le vie per raggiungere il paese da Innsbruck, Vienna, Monaco, Venezia e Milano.
Nel 1927 Cortina ospita le prime gare FIS: una Gran Fondo di 50 km, una 18 km di fondo e due prove di salto dal trampolino di Zuel. 103 i concorrenti iscritti provenienti da 7 nazioni. L’anno successivo è la volta delle prime Olimpiadi invernali universitarie, comprendenti tutte le discipline della neve. Per la prima volta arrivano sulle Dolomiti degli sciatori dal Giappone.
Nel 1932, si tiene a Cortina il primo Campionato mondiale di sci con specialità alpine di discesa e slalom. Nonostante fosse un anno di copiose nevicate, a Cortina mancava la neve, così le gare, inizialmente previste sulla Tofana, furono spostate tra i 1700 e i 2400 mt e si tennero sul Nuvolau (discesa) e alla Capanna Ravà (slalom).
Nel frattempo, avviene la divisione dello Sport Club nelle discipline del ghiaccio e della neve ed il nome del Club diventa quello che conosciamo oggi: nel 1930 infatti viene ribattezzato Sci Club Cortina.
Tra gli atleti da cite il rpimo in ordine di tempo è Enrico Colli Pàor, primo campione italiano di sci di Cortina, icona dello sci degli anni ’20, tanto da guidare la spedizione italiana alle Olimpiadi di Chamonix e fondatore della prima scuola sci di Cortina.
Nel 1923 Ivo Demenego conquista il primo titolo nel salto. Nel 1926 e nel 1927 Ofelia Zardini è campionessa italiana nelle “gare di stile”. Inoltre vanno ricordati Vincenzo Colli, Giuseppe Ghedina Basilio, Pietro Lecedelli Capazo, Paolo Dallago, protagonisti delle gare più importanti dell’epoca.
Famosi negli anni ’30 sono gli atleti: Severino Menardi, Ferdinando e Renato Valle, Ernesto Zardini, Renato Dimai, Enrico Lacedelli, Ino Dallago, molti dei quali presero parte alle Olimpiadi invernali di Lake Placid nel 1932. Ed ancora Umberto, Guido e Sisto Gillarduzzi, Roberto Lacedelli, Carlo Alverà, Ivo Demenego, Andrea Lacedelli, Rinaldo Colle, Egidio Apollonio, Renato Dimai.
Gli anni ’40 sono gli anni dei Mondiali del 1941, dichiarati nulli dalla FIS al Congresso del 1946, e dello stop alle competizioni durante Seconda Guerra Mondiale e della successiva ripresa nell’inverno 1945-46. Da ricordare in questi anni Roberto Lecedelli Kobe, Luciano de Bigontina e Silvio e Albino Alverà, che formarono la rappresentanza cortinese ai Giochi Olimpici di St. Moritz nel 1948.
Fu principalmente per rilanciare turisticamente il paese, che dopo la 2* Guerra Mondiale subiva la concorrenza di altre località di montagna, che venne l’idea di candidarsi come città ospitante le Olimpiadi Invernali. Otto Menardi è l’uomo che ebbe questa intuizione e che lavorò assiduamente per portare a casa il risultato.
Fu un lavoro corale di Comune, associazioni ampezzane, FISI e del rappresentante italiano al CIO conte Alberto Boncacossa che il sogno divenne realtà: Cortina d’Ampezzo ospitò le Olimpiadi Invernali nel 1956. Fu proprio lo Sci Club Cortina, insieme a Sportivi Ghiaccio e Bob Club ad essere il punto di riferimento organizzativo per quanto concerne la fase preparatoria alle Olimpiadi.
Nei primi anni ’50 i migliori atleti furono i già citati fratelli Alverà, insieme a Roberto Lacedelli e le nuove leve Ilio Colli ed Eugenio Monti. I primi quattro furono convocati alle Olimpiadi di Oslo del 1952. Tragica fu la sorte di Ilio Colli, che morì in uno schianto durante una gara di discesa libera a Madesimo. Monti purtroppo incorse in un grave infortunio ad entrambe le ginocchia durante un allenamento di discesa libera nel 1951, che gli precluse la carriera di sciatore, ma che regalò al bob italiano e internazionale una vera leggenda.
Negli anni ’50 iniziò a farsi notare anche Bruno Alberti, che fu un grande campione: nel 1955, proprio a Cortina, fu Campione Italiano di slalom gigante davanti tra gli altri anche a Zeno Colò. Vittoria che gli aprì le porte della Nazionale italiana, dove rimase fino al 1964. Un Campione perseguitato dagli infortuni, a causa dei quali saltò le Olimpiadi di casa nel 1956, i Mondiali di Chamonix nel 1962 e le Olimpiadi di Innsbruck del 1964. Ai Giochi di Squaw Valley nel 1960 fu 5° in gigante e 6° in discesa e vince 8 gare FIS (quelle che oggi sarebbero le gare di Coppa del mondo) di discesa libera e 3 di combinata alpina. Dal 1965 al 1966 fu allenatore della Nazionale italiana e, nel frattempo, si dilettò nel KM lanciato toccando la velocità i 174 km orari! Tornato a Cortina è stato Presidente del Club negli anni ’60 e ’70.
Gli anni ’50 furono anni di gravi difficoltà economiche dovute al pagamento del “mancato guadagno” agli atleti che rappresentavano Cortina nelle gare più importanti. Nonostante i numerosi successi, si rischiò la bancarotta e la chiusura del club. Chiusura che fu evitata grazie al rilancio dell’economia dovuto alle Olimpiadi e al contributo di Comune e Associazione Albergatori alle casse del sodalizio.
Nella storia dello sci agonistico a Cortina, lo sci nordico anticipò di circa una decina d’anni la diffusione di quello alpino. Nel 1919, Enrico Colli Paòr, Faustino Menardi del Faloria, Luigi Gaspari Bechereto e Silvio Zardini Lares vincono la prima a gara individuale e a squadre tenutasi a Pieve di Cadore, mentre nel 1920 Enrico Colli Paòr vince il primo dei suoi 4 titoli italiani.
Nel 1936 lo Sci club, per volontà dell’allora presidente Sanzio Vacchelli, sostenne la prima sfida tra i Sestieri d’Ampezzo e la scelta ricadde sullo sci da fondo: nacque Ra corsa dei Sestiere. La prima edizione si tenne proprio nel 1936, con le casacche in uso ancora oggi.
Dopo lo stop dovuto al secondo conflitto mondiale, lo sci nordico visse un periodo particolarmente buio e stentò a rinascere. La soluzione della crisi venne proposta dall’ing. Illing il quale propose di stanziare dei fondi allo Sci Club Azzon e successivamente agli altri Sestieri per curare i giovani che volevano dedicarsi alla disciplina. Questa soluzione viene adottata anche nei decenni successivi, con risultati eccellenti (come dimostrano i nomi di Barbara Giacomuzzi, Klaus Mariotti, Anna Santer).
Negli anni ’60 uno dei nomi più conosciuti nel fondo è quello di “Fredy” Alfredo Dibona, azzurro a Squaw Valley nel 1960.
Un ulteriore sviluppo si ebbe negli anni ’70: il 3 aprile 1977 è l’anno del debutto della Dobbiaco-Cortina che vede 243 concorrenti iscritti e la vittoria di Maurilio De Zolt, allora 26enne, e Carla Dimai. La Dobbiaco-Cortina nasce da un’altra gara organizzata dallo Sci club Cortina nel 1974, chiamata “Ra Fémenes”, la prima dedicata solo alle donne in risposta polemica ai regolamenti delle prime gare di gran fondo riservate agli uomini. Sempre il 1974 viene fondata la prima scuola di fondo di Cortina che è anche la prima d’Italia. Nel 1978 si tennero due gare FIS di rilievo mondiale: una 15 km individuale e una staffetta 4×10 km con la partecipazione di 80 concorrenti da 12 nazioni. Nel frattempo, il polo del fondo si era spostato da Campo a Fiames.
Dal 1974 vestì i colori dello Sci Club Cortina, Maria Canins Bonaldi, vincitrice di numerosi titoli italiani.
La prima gara di salto organizzata dallo Sci club Cortina risale al 1913, su un trampolino nella “busa di Bastian de Fero”. Nel 1923 sul nuovo trampolino Franchetti di Zuel, costruito appunto con l’aiuto del Barone Franchetti, si svolsero gli allenamenti della nazionale italiana in vista delle Olimpiadi di Chamonix.
A Cortina vi erano due strutture per il salto: il trampolino Balilla a Ronco, poi ribattezzato “Tofana” nel dopoguerra, che consentiva di saltare circa 20 metri, e il trampolino di Zuel. Quest’ultimo vide diversi rifacimenti: la primitiva struttura in legno del trampolino Franchetti fu sostituita dal nuovo impianto “Italia” nel 1941 per i Mondiali, mentre per le Olimpiadi del 1956 si costruì l’attuale trampolino in cemento. Entrambe le strutture negli anni ospitarono gare di rilievo nazionale ed europeo.
Nel 1927 si svolgono a Cortina i Mondiali di salto e fondo. Sono molti i titoli tricolore che arrivano sulla bacheca dello Sci club Cortina grazie a Roberto Lacedelli, Ivo Demenego e Ino Dallago.
Nel secondo dopoguerra anche il salto vive momenti difficili: si decise di investire su Gildo Siorpaes, classe 1938, promettente saltatore che passerà alle discipline dello sci alpino dopo un grave infortunio sul trampolino di Ronco. Nel mentre, si effettuano i lavori per il rifacimento del trampolino di Zuel, che oltre alle gare delle Olimpiadi del ’56, ospitò numerose competizioni nazionali ed internazionali negli anni ’60 e gare di Coppa del mondo (l’ultima l’8 gennaio 1985).
L’attività giovanile dedicata al salto dello Sci club Cortina proseguì fino alla metà degli anni ’90.
Alle discipline dello sci si affiancano le partite di serie A dell’hockey Cortina, i Campionati Italiani e i Campionati Europei di bob, gare ed esibizioni di pattinaggio artistico e la selezione delle squadre per i Campionati italiani di curling.
Negli anni ’60, circa una settantina di ragazzi di Cortina fanno parte della Scuderia Franchetti, la squadra giovanile dello Sci club Cortina che prende il nome dal benefattore che sostenne l’attività giovanile in quegli anni, compreso l’acquisto del primo pulmino azzurro della società.
Dal 1962 al 1974 è presidente Alberto Assirelli. Sono anni nei quali Cortina vede un rilancio delle attività invernali, con l’ammodernamento e la costruzione di nuovi impianti di risalita.
Nel 1975 subentrò alla presidenza Bruno Dimai Fileno, proseguendo sulla linea tracciata da Assirelli. Crebbero anche i settori del fondo e del salto. Per autofinanziarsi, il club organizzò anche manifestazioni estive, come il celebre Giro delle Tofane, una gara di corsa con partenza e arrivo a Fiames.
Il 1973 è l’anno del 70° anniversario della fondazione: i festeggiamenti per l’anniversario culminarono con la gara di salto Gran Prix de saut Sci Club Cortina 1903, sul trampolino olimpico di Zuel, e con una cena di gala presso il Majestic Hotel Miramonti che vide la partecipazione dei presidenti dei più prestigiosi sci club d’Europa.
L’anno del 70esimo vide un numero eccezionale di tesserati del club: 1765, 167 dei quali erano i maestri della Scuola Sci Cortina. Il CONI onorò lo Sci Club Cortina con la Stella d’Oro al merito sportivo.
Gli anni ’80 e ’90 sono anni di intenso fermento che hanno posto le basi anche dello sviluppo successivo.
Sono anni illuminati dalla stella di Kristian Ghedina, che vince la sua prima gara di Coppa del mondo proprio a Cortina, il 3 febbraio 1990, e dal talento di numerosi atleti come Ernesto De Mattina, Edoardo Zardini, Alberto Ghezze, Barbara Frizzarin, Katia Ghedina, Cristina Lacedelli, Francesca Siorpaes, Silvia Zanussi per l’alpino, David Alverà, Barbara Giacomuzzi, Anna Santer, Klaus Mariotti e Antonio Lacedelli per il nordico.
Nei primi anni ’80, per tre anni consecutivi lo Sci Club Cortina risultò essere la prima società d’Italia nelle graduatorie FISI.
Sotto il punto di vista economico, il club in questo periodo si mantiene grazie alle quote sociali e ai contributi del Comune di Cortina, mentre le sponsorizzazioni erano pressoché inesistenti. Fu Luciano Dalus ad avviare un nuovo corso che prevedeva maggior equilibrio tra attività sportiva e conto economico principalmente attraverso la ricerca di sponsorizzazioni (ricordiamo le famiglie Barilla e Reale, oltre alla Cassa Rurale e i cittadini che contribuirono).
Nella seconda metà degli anni ’90 alle discipline storiche si affianca lo snowboard, agli esordi in Italia.
Il 2003 è l’anno del centenario, celebrato con la pubblicazione di un volume a cura di Marco Dibona e Mauro Polato (Cent’anni di sci dallo Sport Club Ampezzo allo Sci Club Cortina) che ripercorre i primi 100 anni di uno dei più antichi Sci Club d’Italia.
Nel 2004 subentra alla Presidenza del Club Igor Ghedina, il più giovane ed il più longevo Presidente che il Club abbia avuto nei suoi oltre 100 anni di storia. Sono tantissime le attività svolte in questi ultimi decenni.
Dal punto di vista delle gare, lo Sci Club Cortina è il primo ad organizzare il Criterium Nazionale Cuccioli, con oltre 600 partecipanti ed il coinvolgimento dell’associazione albergatori; aumentano le gare giovanili importanti come la Finale Lattebusche (categorie Baby/Cuccioli), vinta dagli atleti del Club per 6 anni consecutivi. Si occupa dell’organizzazione della partenza del Tour de Ski di fondo per 3 anni consecutivi. O ancora le gare FIS in calendario nelle giornate successive alla Coppa del mondo di sci alpino.
Proprio grazie a questo evento si rafforza ancor di più il rapporto del Club con la FISI e con la FIS; inoltre, lo Sci Club fa parte del comitato organizzatore dei Mondiali di sci alpino Cortina 2021 ed oggi è parte di Fondazione Cortina, braccio operativo sul territorio in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026.
Diversi atleti provenienti dalle fila del Club indossano i colori azzurri: Wendy Siorpaes, Stefania Zandonella, Mariaelena Rizzieri, Dino Gobbo per l’alpino, Valentina Bachman e Anna Comarella per il nordico. Tra gli allenatori, il Club annovera anche Alberto Ghezze, che si è occupato della categoria Giovani per 3 anni tra l’occupazione in Nazionale con Kristian Ghedina prima e la Squadra A di discesa libera femminile dopo e, ancora attivo, Edoardo Zardini, ex Azzurro che annovera nel curriculum un podio a Wengen e la partecipazione alle Olimpiadi di Salt Lake City nel 2002.
Infine, per quanto concerne i rapporti con le Istituzioni locali, va citato il progetto sviluppato insieme alle Regole d’Ampezzo relativo alla pista da fondo in località Fiames, nato a seguito di una proposta della Federazione di organizzare una tappa di Coppa del mondo a Cortina. Il progetto, in fase di approvazione presso gli enti preposti, prevede la costruzione di un impianto per lo sci nordico con diverse lunghezze (2,5 – 5 – 7,5 km e di conseguenza 15 km) ed un sistema di innevamento, il poligono di tiro per il biathlon e infine una pista di skiro
In conclusione, l’attività principale dello Sci Club è sempre stata quella di avviare allo sport agonistico i ragazzi di età compresa fra i 6 e i 18 anni, e di organizzare gare e manifestazioni a livello provinciale, regionale ed internazionale inserite nei vari circuiti agonistici FIS e FISI.
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