Savona Football Club

1907

1911 - 1912: la squadra del Savona FBC.

      

Informazioni aggiuntive

Società

Savona Football Club

Anno fondazione

1907

Sede

Via Chiabrera – presso Stadio Valerio Bacigalupo

CAP

17100

Città

Savona

Provincia

SV

Regione

Liguria

Telefono Società

019.862939

Fax

019.2304813

E-mail Società

segreteria@savona1907fbc.it

Numero soci

20

Numero tesserati

300

FSN/DSA/EPS

FIGC

Discipline

calcio

Impianti

Stadio "Valerio Bacigalupo" a Savona

Colori sociali

biancoblu

Affiliato UNASCI

SI

Affiliata UNASCI negli anni

2007, 2008, 2009, 2010

Pagamenti

, , ,

Presidente

Andrea Pesce

Socio fedele

SI

Nel 1907, da una costola della Fratellanza Ginnastica Savonese, madre di tutti gli sport nella città di Savona, nacque l’attuale società di calcio Savona Football Club. Il primo presidente fu eletto Cesare Lanza; il primo “tecnico” può essere considerato G. B. Tarò.
All’inizio ci furono soltanto gare di pionieri: poi nel 1910 arrivò la vittoria nel campionato federale di III categoria, superando in finale l’Andrea Doria.
Gli striscioni (i colori sono quelli della Fratellanza: bianco e blu, scelti in omaggio alle ceramiche albisolesi) approdarono nella stagione 1913-14 al torneo di Divisione Nazionale dopo aver superato la qualificazione sconfiggendo il Como sul neutro di Torino.
I savonesi fecero parte, nel corso di questa loro prima esperienza al vertice del calcio italiano, del girone A con Casale (alla fine campione d’Italia), Genoa, Pro Vercelli, Torino, Alessandria, Andrea Doria, tra le altre: si piazzano al nono posto, lasciandosi alle spalle soltanto il Liguria.
Nella stagione successiva (1914 – 15) quarto posto: poi la guerra mondiale che fece sospendere i campionati. La prima parte degli anni Venti,alla ripresa in una fase storica tumultuosa, rappresentò un “momento magico” per il calcio nella città di Savona.
Il Savona frequentò la massima divisione nazionale (prima su 2 gironi, poi su 3) nelle stagioni 1921 – 22 e 1922–23, lo Speranza appaiò i biancoblu nella sola stagione 1922–23, mentre il Vado vinse la prima coppa Italia nel 1922, rivelando al mondo l’estro calcistico di Felice Levratto.
Nel Savona brillarono le stelle di Falco, Roggero (che ad Anversa, alle Olimpiadi del 1920, vestirà la maglia azzurra), del centravanti Cuttin, di Perlo, Veglia, Chiabotto, Hibbly, dell’eterno “Carlitto” Ghigliano, del “capitano” De Caroli. Mentre sul calcio entrò pesantemente la politica (nel 1928 il fascismo costrinse i dirigenti dello Speranza a entrare nel Savona), lo sport si riorganizzò, diventò fenomeno di massa, si avviò un processo di forte selezione.
Negli anni Trenta, in cui l’Italia conquistò per due volte il titolo mondiale, il Savona si collocò, in I Divisione e successivamente nella neonata Serie C, ai vertici: quarto posto nel 30-31, primo nel 31-32 ( girone finale vinto dal Messina), secondo nel 32-33, primo nel 33-34 (finali vinte dal Catania), secondo nel 34-35; decimo nel 35-36; sesto nel 36-37; secondo nel 37-38; primo nel 38-39 (finali vinte dal Brescia), ancora primo nel 39-40 e finalmente l’approdo in Serie B.
La B per il Savona coincise, tragicamente, con lo scoppio della seconda guerra mondiale: Savona fu colpita, lacerata, distrutta. La sua squadra di calcio si battè con valore: anzi, nel primo campionato di guerra sfiorò addirittura la Serie A (40-41: ancora quella partita con il Modena: comprata, venduta? chissà…) e nel pieno della tragedia, 42-43, lanciò anche il giovane Valerio Bacigalupo, poi portiere dell’invitto Torino caduto nel rogo di Superga.
Alla ripresa Stefano Del Buono assunse le redini della società (in varie vesti: vicepresidente tecnico, poi presidente a tutti gli effetti) che terrà saldamente per un ventennio: la Serie B sfumò, soprattutto per difficoltà organizzative nel 1946–47 ed fu di nuovo sfiorata due anni dopo dalla fortissima squadra dei Castagno, Vignolo, Melandri, Molinari, Ghersi, Longoni, Zilli, Siccardi, Cappelli, Re Dionigi, Semoli, Dreossi, Ighina, superati per un solo punto dal Fanfulla dopo 42 giornate di campionato.
Cominciava a mordere la crisi economica, che a Savona volle dire crisi delle grandi fabbriche: la prima metà degli anni Cinquanta rappresentò il momento più difficile nella vita del Savona che retrocedette in Promozione e fu sopravanzato dal Vado, che continuava a sfornare talenti, e dalla Veloce che salì in IV Serie dopo aver vinto un derby 4-0 (54 – 55).
Nel 1959 lo scenario sembrava cambiare: si inaugurarono due nuove strutture, la Palestra Coni di Corso Tardy e Benech ed il nuovo stadio Bacigalupo di Legino; il Savona recuperò il proprio posto in Serie C dopo aver disputato, nell’ultima stagione in corso Ricci, un mirabolante campionato.
L’itinerario nel tempo toccava gli anni centrali del ’900: i Sessanta, quelli del boom economico, laddove automobile, tivù ed elettrodomestici trasformano la vita quotidiana. Quegli anni possono essere davvero definiti “anni di grazia” per il Savona: società, squadra, pubblico, si trovano riuniti nella rincorsa a ritrovare il proprio ruolo nella elite del calcio italiano.
L’obiettivo venne centrato con la stagione 65-66, ma ancora una volta, al prezzo di un dramma umano: Fausto Gadolla, commissario del Savona e artefice della squadra vincitrice del campionato e promossa in B, morì sul campo. Un vero e proprio segno del destino. A Valdagno, l’8 Maggio 1966, un infarto colse il Dirigente savonese mentre assisteva al pareggio decisivo con il Marzotto. La settimana successiva la vittoria nel girone A della Serie C è definitivamente assegnata al Savona, che travolge (5-1) l’Ivrea davanti a un giovanissimo Gadolla junior.
La Serie B (66-67) si rivelò, invece e inaspettatamente, una toccata e fuga. La “magnifica avventura” durò soltanto lo spazio di 10 mesi: una stagione vissuta tra angosce e grandi imprese, conclusasi con il dramma di Catania. Una partita, quella svoltasi al Cibali il 18 Giugno 1967, che rimarrà nella mente e nel cuore degli sportivi, radunati in Piazza Diaz ad ascoltare la radiocronaca. Sono fatali gli ultimi 5’ e la papera di Luigi Ferrero, su un debole colpo di testa di Fara. E’ la fine, non più rimediata, di un grande sogno.
L’ultimo tentativo di recuperare il posto tra i cadetti si verifica nella stagione 1972–73, presidente Mario Briano, allenatore Ezio Volpi: la sera del 25 febbraio 1973, dopo una vittoria in rimonta sull’Alessandria (2-1: goal in extremis di Victor Panucci) l’ambiente sembrava riportato di colpo a tempi già trascorsi: poi alla fine, prevalsero Parma e Udinese, e dodici mesi dopo si verificò l’imponderabile con l’inopinata retrocessione, dopo 15 anni, in Serie D. La ripresa fu faticosa e difficile: la stagione buona fu quella del 1977–78, quando la serie fu sdoppiata in due serie: C/1 e C/2 e la squadra, allenata da Valentino Persenda, centrò l’obiettivo della qualificazione.
La prima stagione in C2 si avviò con il brivido: la società priva di dirigenti, in campo scesero i ragazzi che incassarono, addirittura, un 15-1 in quel di Massa, in Coppa Italia. La Società rischiò di sparire e il merito del rilancio fu di un imprenditore coraggioso, Michele Viano (scomparso anch’egli molto presto) che richiamò Persenda: “Roccia” ed allestì una squadra da combattimento, chiamando in biancoblu vecchi leoni del passato come Pierino Prati e Antonio Marcolini e centrò la salvezza lasciando poi definitivamente la panchina del Savona.
Per tutta la prima parte degli anni Ottanta la permanenza in C2 fu garantita dalla presenza di due personaggi storici della vita sportiva di Savona, Marino Del Buono e Mario Vagnola. Quindi una ulteriore retrocessione, in tempi difficili: Vittorio Panucci, con i suoi ragazzi, salvò la società nella stagione 86–87 e due anni dopo arrivò, alla presidenza, Enzo Grenno che aprì un ciclo felice, il passaggio più importante del quale fu la conquista della Coppa Italia Dilettanti nella stagione 1990–91 (finale a Locri: Savona–Sestrese: 2-0).
Il passaggio alla categoria superiore fu negato dai “rigori” nello spareggio di Casale, avversaria l’Oltrepo, dodici mesi dopo: ma la squadra allenata da Corrado Orcino era degna della promozione.
Il resto è storia presente: la ricaduta nelle categorie regionali degli ultimi anni Novanta; l’arrivo di Bettino Piro, che riuscì al primo colpo a risollevare le sorti centrando con lo spareggio di Voghera (2001–2002) il passaggio in C2: categoria mantenuta per due stagioni.
L’abbandono di Piro lasciò enormi difficoltà economiche e organizzative, che avrebbero potuto portare alla sparizione definitiva:ma oggi il Savona ha un nuovo gruppo dirigente e un presidente savonese, Roberto Romani che hanno provveduto al rilancio. Ora si tratta di consolidarlo e portare il Savona all’altezza delle sue tradizioni.
Franco Astengo, autore di queste note sulla storia della Savona Football Club 1907, conclude con un messaggio di speranza: oggigiorno assistiamo allo spettacolo di giovani che praticano con profitto lo sport: non si vuole dimenticare gli scandali, il malcostume, l’”imperialismo” televisivo che gravano sullo sport italiano, ma quei ragazzi sono la migliore consolazione, nell’idea di un futuro contrassegnato dall’agonismo, come fattore di pace, fratellanza e aggregazione sociale.
Il 18 aprile 2010 il Savona viene matematicamente promosso in Lega Pro Seconda Divisione ma nel primo anno del ritorno tra i professionisti manca il raggiungimento dei play-off a causa di una penalizzazione e nella stagione 2011-2012 sfuma la possibilità del ripescaggio in Prima Divisione per irregolarità: le difficoltà economiche divengono via via più pesanti fino a che il Tribunale di Savona dichiara nuovamente il fallimento della società. A salvare le sorti del Savona ci pensa però l’imprenditore Aldo Dellepiane che rileva la società.
Dal 2011, la società non si affilia più all’UNASCI.
Nella stagione successiva il Savona viene promosso in Lega Pro Prima Divisione, a 39 anni dall’ultima partecipazione alla terza serie. L’anno seguente la squadra disputa un altro ottimo campionato arrivando a conquistare i play-off per la Serie B: dopo aver superato il L.R. Vicenza, i biancoblù vengono però fermati dalla Pro Vercelli nelle semifinali. Nel campionato 2014-2015, a seguito di un notevole ridimensionamento della rosa, si salva dalla retrocessione vincendo lo spareggio dei play-out con il Gubbio.
L’anno successivo a causa del coinvolgimento nel Calcioscommesse e per inadempienze finanziarie, la società viene penalizzata per un totale di 14 punti che risulteranno decisivi per la retrocessione in Serie D.
Con il ritorno tra i dilettanti si chiude anche l’era Dellepiane e la società viene ceduta all’imprenditore genovese Cristiano Cavaliere.
Nelle stagioni 2016-2017, 2017-2018, 2018-2019 il Savona disputa tre campionati di Serie D, ma nonostante una finale ed una semifinale play-off fallisce il salto di categoria. La presidenza Cavaliere termina il 31 luglio 2019, con il passaggio della società ad una cordata di imprenditori milanesi guidata dai dirigenti sportivi Roberto Patrassi e Cristian Papa. Quest’ultimo passaggio si rivela tuttavia fatale per il Savona, poiché nell’estate successiva la proprietà per motivi economici non riesce ad iscrivere la squadra al campionato e viene successivamente dichiarata fallita.
Durante l’estate dello stesso anno 2020 si deve considerare conclusa la storia del Savona Football 1907.
L’ex presidente Enzo Grenno nel 2020 crea una nuova società denominata A.S.D. Pro Savona Calcio ripartendo dal campionato di Prima Categoria.