La Stamura nacque nel 1906, il primo presidente fu Raffaello Della Pergola, che rimase in carica sino al 1925.
Il nome della società deriva da quello dell’eroina Stamura (o Stamira, in alcuni testi storici Stamyra), che nel 1174 con la città di Ancona assediata dalle forze di Federico Barbarossa, appiccò il fuoco a una botte di pece e resina di fronte alle macchine da guerra del nemico, distruggendole in gran parte e permettendo così agli anconetani di rompere l’assedio e procurarsi cibo per continuare la difesa delle mura.
I colori sociali bianco-verde, sorti sui primi stendardi ricamati dalle mogli dei dirigenti, erano in contrapposizione al bianco-rosso della rivale Unione Sportiva Anconetana (dando vita anche a una curiosa versione culinaria: riso-piselli contro pomodori sfranti).
Grande protagonista della vita urbana nella prima parte del Novecento, la Stamura comprese come la propria ragion d’essere si fondasse su tre pilastri: la gratuità della proposta, lo sport come guida per la creazione del cittadino e l’ampiezza e poliedricità delle attività messe in opera.
Le prime attività sportive della società furono l’atletica (allora il podismo) e la ginnastica, il cui primo saggio fu organizzato nel 1909 presso la Palestra comunale, chiamata la “Palestra d’Ancona”, poi distrutta dalle bombe austriache durante la Prima Guerra Mondiale nel 1916. La sezione del canottaggio sorse nel 1912 presso la Mole Vanvitelliana, nello Chalet dei Canottieri.
Praticate dall’inizio anche sollevamento pesi, calcio, nuoto, lotta (greco-romana in particolare), la scherma nella Sala Pacini, e come per molte società d’inizio secolo, l’escursionismo, ovvero le gite verso i monti, primo fra tutti il vicino Monte Conero.
La sezione del pugilato importò anche uno “straniero”, il primo della storia della società, ovvero l’allenatore francese Jules Husson, ma dovette chiudere per l’inagibilità della palestra delle scuole Faiani dopo il terremoto del 1930.
Di una sezione di ginnastica femminile si ha notizia nel 1923, ma l’attività principale, almeno agli inizi è sempre stata prevalentemente rivolta ai maschi.
Negli anni del Fascismo, la Stamura venne accorpata ai rivali cittadini, ma il connubio denominato “Società Sportiva Anconetana” durò poco. Nel 1932 alcuni dirigenti, che non tollerarono quell’unione forzata, diedero vita alla Società di Educazione Fisica Stamura, che così ripartì con la propria attività.
Tra i primi campioni dell’epoca si ricordano la figura del poliedrico Bruno Bagantoni, canottiere della prima ora (vinse la medaglia d’oro a Pallanza nella jole a quattro), atleta nella corsa e nel lancio del disco, pentathleta e tennista (la “cittadella del tennis” di Pietralacroce di Ancona nacque con lui) e di Romeo Sisti, pluripremiato vogatore, 4° ai Giochi Olimpici di Amsterdam 1928 nel “2 senza” con Nino Bolzoni, ma anche “mediano inesauribile e formidabile mezzofondista”, poi allenatore alla Vigili del Fuoco quando il canottaggio lasciò la Stamura.
La Seconda Guerra Mondiale segnò un nuovo stop forzato delle attività della polisportiva, che riprenderà dopo l’evento bellico con la denominazione di S.E.F. Stamura.
Non si ripartirà da zero: l’allievo stamurino Vincenzo Zingaretti, con un provvidenziale muro eretto a protezione delle barche, salvò molti mezzi dalle razzie postbelliche; la famiglia Piergiovanni donò una jole a memoria dei due fratelli caduti, un’altra fu riparata in memoria di Roberto Rossi dal fratello Renato.
Si ripartì anche con il ciclismo, la pallacanestro (che approdò persino alla serie A maschile, dovendo rinunciare invece con la femminile al salto di qualità), il sollevamento pesi, il tennis; la scherma e in particolare il nuoto trassero nuova linfa specialmente grazie all’apporto delle sezioni femminili; continuò a languire l’atletica (dai gruppi giovanili scolastici emergerà Gianni Del Buono, apprezzato mezzofondista), si fermò invece l’escursionismo.
Ma sorsero sezioni di interessi diversi, come gli scacchi, il bridge, la fotografia e persino il jazz.
Nel 1956 lo stamurino Galliano “Liano” Rossini vinse l’oro nel tiro al piattello ai Giochi Olimpici di Melbourne, salendo poi anche sul podio della fossa olimpica a Roma 1960 con la medaglia d’argento, una carriera a cinque cerchi luminosa, iniziata a Helsinki 1952 col 7° posto, proseguita poi a Tokio 1964 con il 4° posto e chiusa a Città del Messico 1968 in 13° piazza.
Nel 1946 il Giro d’Italia approdò con la tappa Cesena – Ancona nella città dorica, grazie all’organizzazione dell’arrivo della Stamura: nella squadra di Fausto Coppi quell’anno militava anche lo stamurino Ubaldo Pugnaloni, transitato sulle strade di casa con la maglia della Milan Gazzetta.
Sul finire degli Anni Cinquanta e agli inizi degli Anni Sessanta del secolo scorso apparve la sezione Judo diretta da Giancarlo Mascino e sempre in quegli anni, grazie ai pionieri Geremia Vivani e Lamberto Giampieri, aprì la sezione della vela. Andrea Giorgetti partecipò alla Coppa America come prodiere di Azzurra nel 1983, Sandro “Cicci” Spaziani e Michele Pietrucci furono rispettivamente su Moro III (primo) e Moro I (terzo) al campionato del Mondo di San Diego, Spaziani con il Moro di Venezia divenne poi anche il drizzista della Coppa America del 1992 in finale contro la Nuova Zelanda. I fratelli Paolo e Giuseppe Mascino ottennero numerose vittorie, sino ad arrivare alla maglia azzurra e fallendo di poco l’assalto alle qualificazioni olimpiche per Atlanta 1996.
Negli anni 2000 l’attività della Stamura prosegue con la scherma, le arti marziali (judo e aikido) e la vela, ma è da registrare anche il ritorno del rugby, dopo ben 78 anni, nel 2006, sezione guidata da Gianni Marasca.
Tante attività legate da una crescente socialità che prende origine da un comune sentimento degli atleti anconitani: “Essere Stamurini”.
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