Dire C.A.I. e dire Torino è un po’ la stessa cosa.Torino circondata dalle Alpi è stata la culla del Club Alpino.
Infatti, all’una del pomeriggio del 23 ottobre 1863, al Castello del Valentino sulla riva sinistra del Po, 72 soci fondatori, su impulso di Quintino Sella e Bartolomeo Gastaldi, diedero vita al Club Alpino Torino.
Il primo presidente fu il barone Ferdinando Perrone di San Martino e non il Sella, come talora erroneamente creduto.
Questa la storia, sfrondata dai rivestimenti leggendari, dei quali il caso ha voluto che restasse un comune denominatore, il fiume Po, le cui sorgenti sgorgano dalle pendici del Monviso. In poco tempo nella flemmatica Torino, non ancora privata del titolo di Capitale del Regno, scoppiò quella che un disegnatore satirico dell’epoca, Casimiro Teja, argutamente definì la “Monvisomania”.
Questo neologismo non faccia pensare, però ad una moda dirompente quali le odierne: nel primo decennio di vita dell’associazione il numero dei soci torinesi oscillava abbastanza stabilmente attorno alla media di 200 unità.
Con la nascita della succursale di Aosta, avvenuta nel 1867, il nome dell’associazione divenne l’attuale: Club Alpino Italiano.
La denominazione di sezione entrò in vigore nel 1873; nello stesso anno fece la sua comparsa la definizione Sezione di Torino, che restò sede centrale.
L’anno successivo si installarono sul piazzale della Chiesa dei Cappuccini, sita sulla collina destra del Po a poca distanza dal Castello del Valentino, una vedetta alpina ed un osservatorio consistente in un semplice padiglione dotato di cannocchiale mobile: era l’embrione dell’attuale Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi” del C.A.I. Torino.
L’inaugurazione della vedetta avvenne il 9 agosto in concomitanza con il congresso degli alpinisti italiani tenutosi per celebrare il X anniversario di fondazione del Club Alpino.
Nel 1877 i locali del Museo vennero donati dal Comune alla sezione.
Sempre nel corpo del medesimo edificio, il 27 maggio 1891 si inaugurò la palestra ginnico – ricreativa, primo nucleo di quella che sarebbe divenuta col tempo sede estiva e, infine, sede sociale o Centro Incontri Monte dei Cappuccini del C.A.I. Torino.
Il 15 giugno 1893 fu la volta dell’Aula Maxima della palestra, riccamente affrescata con cartigli recanti i nomi delle principali vette italiane e con gli stemmi delle città sedi in quell’anno di una sezione del club. Oggi è nota più brevemente come Sala degli Stemmi del CAI.
Negli anni a cavallo tra il XIX ed il XX secolo la Sezione di Torino allestì al Monte dei Cappuccini il giardino alpino Allionia.
Nel 1929 una legge del Regno trasferì d’imperio la sede centrale a Roma e nel 1938 venne imposta la denominazione di Centro Alpinistico Italiano.
A guerra finita e ripristinato il nome originario, la sede legale andò a Milano mentre Torino dovette accontentarsi di quella sociale.
Dal 7 febbraio 1933 la Sezione di Torino è ubicata in via Barbaroux 1, dove nel dopoguerra sono nate alcune famose pubblicazioni sezionali, indice di grande vivacità culturale: nel 1946 il mensile Monti e Valli, tutt’oggi pubblicato, e nel 1949 l’annuario Scàndere, che ha visto la sua ultima edizione nel 2000.
Nel corso della sua lunga e gloriosa storia, la Sezione di Torino ha potuto contare fra i suoi soci alcuni dei più forti alpinisti di tutti i tempi:
basti pensare a Boccalatte, a Gervasutti (la cui memoria è onorata dal 1948 dall’omonima Scuola Nazionale di Alpinismo, dove si sono formati i migliori alpinisti piemontesi) o, in tempi recenti, a Grassi e a Motti (al quale e anche dedicata una Scuola d’Alpinismo sezionale).
In tema di scuole, non si possono dimenticare la Scuola di sci di fondo escursionistico e la Scuola Nazionale di sci alpinistico SUCAI, della quale nel 2001 è stato celebrato il cinquantenario, né l’ultima nata, nel 2001, la Scuola di Escursionismo “Ezio Mentigazzi”.
L’attività didattica si esplica mediante i corsi organizzati da cinque Scuole: Scuola Nazionale “G. Gervasutti” e Scuola “G. P. Motti” (Alpinismo); Scuola Nazionale SUCAI (Scialpinismo); Scuola di Sci di Fondo Escursionismo; Scuola “E. Mentigazzi (Escursionismo).
Tra i riconoscimenti ricevuti vi è anche il premio Panathlon Club Torino attribuito al Club Alpino Italiano Sezione di Torino nel 2000.
Oggi come un tempo, il C.A.I. Sezione di Torino è impegnato nella promozione della conoscenza del mondo alpino per una sua corretta frequentazione e fruizione.
Le oltre 150 gite sociali a calendario annualmente, i 19 rifugi custoditi, i 6 incustoditi più altri 8 bivacchi fissi ne sono la testimonianza.
Le sue molteplici iniziative in campo alpinistico e culturale, alcune di rilevanza internazionale (Coro “Edelweiss”, Museomontagna e Forte di Exilles) mantengono viva la sua solida tradizione di sezione primigenia: è un patrimonio che poche associazioni possono vantare, dal quale il CAI Sezione di Torino trae motivo di orgoglio e sempre vive motivazioni per guardare al domani con lo stesso entusiasmo dei fondatori.
La Sezione di Torino è stata fra le prime a dotarsi di un sito Internet già dall’ormai lontano 1997, la cui versione originaria però era raggiungibile digitando un indirizzo un po’ complicato e non intuitivo. Per rimarcare l’identità sezionale, nei primi mesi del 2001 è stato registrato un nome di dominio proprio (pionieri anche in questo) e operata una radicale trasformazione di aspetto e contenuti, in periodico rinnovamento.
Nel 2013 è stato festeggiato il 150° anniversario del C.A.I. e della Sezione di Torino.
Dal 2014 è operativo il Gruppo “La Montagna che Aiuta”, costituito da soci del C.A.I. Torino che, per le proprie competenze e nell’ambito dell’attività istituzionale, collabora con Aziende Sanitarie Locali, associazioni ed organizzazioni varie alla realizzazione di esperienze che condividono lo strumento terapeutico ed educativo della montagna nelle aree del disagio psichico, dell’emarginazione e della diversa abilità.
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