Circolo Canottieri ”Saturnia” a.s.d.

1864

L'equipaggio della mitica Jole a 8 del Circolo Canottieri Saturnia nel 1952.

      

Informazioni aggiuntive

Società

Circolo Canottieri ''Saturnia'' a.s.d.

Anno fondazione

1864

Sede

Viale Miramare 36

CAP

34136

Città

Trieste

Provincia

TS

Regione

Friuli Venezia Giulia

Telefono Società

040.411042

Fax

040.44110

E-mail Società

info@canottierisaturniatrieste.com

Numero soci

330

Numero tesserati

120

FSN/DSA/EPS

FIC

Discipline

canottaggio

Impianti

n. 1 campo bocce ed ampia area per balneazione., n. 1 campo polifunzionale, n. 1 palazzina come sede sociale n. 1 palestra, n. 1 sala ricovero imbarcazioni, n. 3 spogliatoi, n. vasca voga

Colori sociali

bianco e blu

Affiliato UNASCI

SI

Affiliata UNASCI negli anni

2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014, 2015, 2016, 2017, 2018, 2019, 2020, 2021, 2022, 2023, 2024

Pagamenti

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Collare oro

SI

Anno Collare oro

2004

Stella d'oro

SI

Anno Stella d'oro

1979

Stella d'argento

SI

Anno Stella d'argento

1968

Stella di bronzo

SI

Anno Stella di bronzo

1968

Presidente

Gianni Verrone

Una società dai numeri importanti, sia nella tradizione che allo stato attuale delle cose. Così può essere sintetizzato il percorso sportivo del Circolo Canottieri Satumia, uno dei sodalizi remieri più antichi della Regione Friuli Venezia Giulia, secondo – in ordine cronologico – soltanto alla sezione Canottaggio della Ginnastica Triestina.
Le origini della società risalgono al lontanissimo 1864, quando un gruppo di commercianti di matrice germanica, stabilitisi a Trieste per ragioni professionali, fondarono il Club “Hansa” di canottaggio, con lo scopo di organizzare le proprie attività ricreative e dopolavoristiche. Questi stranieri, che oggi potremmo definire autentici precursori del remo europeo, scelsero quale sede operativa del proprio club un ex deposito di vini, situato alle foci del torrente Boveto. L’iniziativa, ovviamente, suscitò prevedibili resistenze, anche culturali, in quanto – a quei tempi – chi si dedicava allo sport in genere, e al remo in particolare, era soggetto all’ironia e agli sberleffi dei cosiddetti benpensanti.
Parallelamente a tali problemi, di ordine morale, i fondatori del Club “Hansa” dovettero far fronte ad altre complicazioni, di natura morfologica.
Essendo adibita prevalentemente al lavoro agricolo, infatti, i proprietari e i gestori della zona non avevano accettato di buon grado la convivenza con un gruppo di sportivi, reo – secondo loro – di togliere ulteriori opportunità produttive al terreno di riferimento.
La sede, inoltre, risultava raggiungibile con estrema difficoltà, specie per chi era obbligato a spostare le proprie imbarcazioni, poiché allora non esisteva nessuna strada costiera preposta al collegamento tra il centro cittadino e la zona di Barcola, se non uno stretto viottolo lungo la salita del Perarolo.
Nonostante tutte queste variabili poco favorevoli, l’attività del Club “Hansa” proseguì senza interruzioni di rilievo fino all’inizio della Grande Guerra. Fino a quell’epoca il circolo, divenuto “esclusivo” dal 1880, divenne progressivamente un luogo d’incontro frequentato quasi interamente da soci di origine austriaca, cui si erano aggiunti con sporadicità componenti italiani, in rappresentanza della nascente ricca borghesia triestina.
L’epilogo del conflitto e il regime fascista cambiarono totalmente la fisionomia al club “Hansa”.
I tradizionali componenti di madrelingua tedesca tornarono in patria, lasciando piena libertà d’insediamento a nuovi soci locali.
Durante il Ventennio. in particolare, se ne andarono i pochi austriaci ancora presenti nella lista societaria ufficiale e la denominazione originaria venne trasformata in quella odierna, corrispondente a Circolo Canottieri Saturnia, sulla base della linea politica dettata dal Duce, tesa ad “italianizzare” qualsiasi espressione della società nazionale.
La seconda guerra mondiale coincise con uno dei momenti storici più difficili e drammatici, anche per la società barcolana.
Nel 1943, infatti, la sede del Satumia fu occupata dalle truppe della Wermacht, tanto che divenne una delle poche quanto fondamentali basi logistiche tedesche presenti sul territorio giuliano alla vigilia dell’ingresso a Trieste delle truppe jugoslave ed alleate.
Pur tra le ovvie difficoltà gestionali, tipiche di ogni sodalizio sportivo che si rispetti, dal secondo dopoguerra in poi la bacheca del Satumia continuò a riempirsi di titoli e riconoscimenti di spessore nazionale ed internazionale, tanto da riuscire ad imporre gradualmente sugli altri circoli remieri della regione la propria “legge”.
Merito, soprattutto, di un solido gruppo dirigenziale trainante, composto da un centinaio di soci e guidato in passato da volti noti dello sport triestino quali l’attuale Presidente del Coni Provinciale di Trieste, Stelio Borri e l’ex massimo dirigente della Pallacanestro Trieste, Telit Bruno Salotto.
Quanto agli atleti che hanno solcato mari, laghi e bacini artificiali difendendo i colori del Satumia è sufficiente – per non fare un torto a nessun altro – citare il nome di Riccardo Dei Rossi, il quale, per oltre un decennio a cavallo tra i due secoli, si è proposto sulla ribalta mondiale come elemento-chiave azzurro del “quattro senza”, uno degli equipaggi tecnicamente più difficili e completi dell’intera disciplina. La medaglia d’argento conquistata ai Giochi Olimpici di Sydney 2000 non è che l’esempio maggiormente lampante di una carriera che ha dato lustro alla città, ma anche al suo circolo d’appartenenza.
Il Saturnia è stato per molti anni il sodalizio remiero più forte in ambito regionale e dal 2008 al 2011 saldamente al secondo posto a livello nazionale.
Una spinta decisiva è poi arrivata dal settore giovanile: la graduatoria nazionale riservata ai settori promozionali anche nel 2011 ha visto il Circolo Canottieri Saturnia sul podio.
Anche se la logica dello sport “ipersponsorizzato” di oggi non coincide affatto con la natura e le esigenze del canottaggio, tradizionale disciplina olimpica e per questo stesso motivo destinata a rimanere povera ed autenticamente amatoriale, il Circolo Canottieri Saturnia ha voluto rivoluzionare e rafforzare ulteriormente il proprio comparto tecnico ed agonistico, investendo sempre più sui giovani.
L’allenatore federale Spartaco Barbo è stato il traino: in qualità di capo allenatore ed in simbiosi con il direttore sportivo Leonardo De Pol, insieme al secondo allenatore e responsabile del settore giovanile Stefano Gioia e dal responsabile dell’attività preagonistica – Progetto “Remare a scuola” Giulio Borgino, di tutta l’attività agonistica del club Barcolano.
Nella stagione 2011 gli atleti tesserati che hanno gareggiato sulle imbarcazioni della Società Canottieri Saturnia sono stati 75. A questi si sono aggiunti 60 atleti testati in fase preagonistica dal preparatore Giulio Borgino, di concerto con Stefano Gioia. Quasi 100 sono stati i titoli regionali, nazionali ed internazionali vinti nel corso dell’anno solare, tra i quali meritano una nota a parte quelli venuti da Federico Ustolin, campione del mondo Universitario, in singolo e per la seconda volta consecutiva campione italiano Assoluto nella stessa specialità, splendido argento al campionato Mondiale di Canottaggio Costiero con Ferrarese, Mangano, Tedesco, Zobec, timoniere Gioia, nonchè il campione Europeo Federico Duchich ed il bronzo mondiale dello stesso Duchich con Nick Brezzi.
Di recente si è messa in luce Elena Waiglein, vincitrice del campionato italiano indoor rowing 2012 e detentrice del record italiano sui 2000 metri per la categoria Ragazze, ed argento ai Mondiali Juniores 2013.