Associazione Sportiva Edera a. s. d.

1904

Campo di calcio dell'Edera a San Giovanni negli 1923-1925

      

Informazioni aggiuntive

Società

Associazione Sportiva Edera a. s. d.

Anno fondazione

1904

Sede

Via Eugenio Boegan 11

CAP

34128

Città

Trieste

Provincia

TS

Regione

Friuli Venezia Giulia

Telefono Società

334.6824114

E-mail Società

info@asedera.it

Numero soci

146

Numero tesserati

119

FSN/DSA/EPS

AICS, FIHP

Discipline

hockey on line, hockey su prato, pattinaggio artistico a rotelle

Impianti

impianto sportivo "G. Foschiatti"

Colori sociali

rosso – nero

Affiliato UNASCI

SI

Affiliata UNASCI negli anni

2009, 2010

Pagamenti

,

Stella d'oro

SI

Anno Stella d'oro

1968

Presidente

Alessandro Claut

L’Edera venne fondata il 20 settembre 1904 ad opera di un gruppo di giovani mazziniani quali Giovanni Callegaris, il garibaldino che aveva combattuto a Domokos; Giuseppe Molina, Edoardo Shott-Desico, Guido Ravasini, Giovanni Bracci, Angelo Scocchi, Francesco Rigotti, Duilio Rascovich, Aldo Grego, Franco Misgur, Severo Vianello, Ettore Hicke, Gualtiero Godina, Giuseppe Piapan e altri. Iniziò la sua attività con lo scopo di esplicare una più intensa attività agonistica fuori dalle palestre, alla luce del sole, nei campi, sul mare.
Ma lo scopo che i giovani fondatori si prefiggevano non era esclusivamente sportivo: l’Edera costituiva anche un centro di raccolta delle menti più fertili, uno strumento di difesa nazionale e di diffusione delle idee di libertà e di giustizia sociale. Molti sederini erano infatti impegnati in una lotta politica che li portava ad una netta contrapposizione con il regime austro-ungarico, considerato come l’ostacolo peggiore per lo sviluppo sua sportivo che ideologico.
All’inizio l’Edera incontrò molte difficoltà in ambito sportivo, sia per l’assenza di campi sportivi e di istruttori per le diverse discipline, sia per gli ostacoli che le autorità portavano per evitare i contatti con il resto dell’Italia.
La prima divisa sociale fu una maglia rossa con un dischetto bianco nel quale era ricamata la simbolica foglia d’edera. La indossarono atleti che praticarono la ginnastica,il podismo, il ciclismo, il nuoto e soprattutto il calcio. Furono due scozzesi di Dundee, Edi Mac Donnald e Town Croft che insegnarono ai giovani questa passione, creando rapidamente due squadre perfettamente equipaggiate.
Venne ricavato un campo a Montebello e nel 1905/06 la società ebbe l’ardire ci chiedere l’iscrizione alla Federazione Italiana Calcio, sfidando apertamente le autorità che governavano la città, che infatti respinsero la richiesta. Si organizzarono incontri e tornei con squadre di rango e molti giocatori triestini furono ingaggiati dal Venezia.
La squadra di ginnastica fece conoscere gli atleti ederini lontano da Trieste partecipando ai concorsi di Vicenza nel 1906, l’anno dopo a Venezia, a Varese nel 1909, a Ferrara nel 1910 e a Torino nel 1911. Le difficoltà non cessarono: fu abolita la maglia originale, sostituita da una nera con una fascia rossa, bandita anche quella e rilevata da una rosa con la fascia nera, che divenne quella ufficiale usata ancora oggi. Anche i dirigenti subirono vessazioni dalle autorità e nel frattempo sopraggiunse la Grande Guerra, che vide un altissimo sacrificio in vite umane: su 240 ederini che si arruolarono volontari nell’esercito italiano ben 47 furono i caduti sui campi di battaglia.
La ripresa nel dopo Guerra fu lenta e difficile. La società venne ricostituita e si costruì un nuovo campo di calcio di calcio a San Giovanni, che ospitò incontri con squadre di prestigio: Genoa, Bologna, Pro Vercelli, il Rapid Vienna. Nel 1928 a Forlì l’Edera vinse il campionato nazionale di Seconda divisione. Ma poi il regime fascista impose la fusione con il Ponziana e arrivò il declino.
Nel nuoto brillò la stella di Nino Perentin, più volte campione e primatista nazionale, argento nei m 1500 stile libero agli Europei di Bologna nel 1927 e a Parigi 1931, semifinalista ai Giochi Olimpici di Amsterdam 1928 e Los Angeles 1932.
Anche la Seconda Guerra richiese il suo contributo di sangue ederino, con dirigenti e atleti morti o deportati e torturati.
L’Edera rinacque per la terza volta il 28 aprile 1945, due giorni prima dell’insurrezione della città.
Vennero costituite ben 17 sezioni sportive con centinaia di atleti impegnati. Calcio, pallacanestro, nuoto, pallanuoto, ciclismo, atletica leggera, rugby, hockey, pattinaggio artistico, pugilato, ginnastica, atletica pesante, pattinaggio corsa, lotta, podismo, canottaggio, escursionismo e la sezione ricreativa e culturale formavano l’ossatura di una società attivissima e mai doma.
Uno sforzo enorme che però logorò la società, alle prese con una prima crisi finanziaria che costrinse a ridurre le sezioni. Si rinunciò all’hockey a rotelle, campione d’Italia nel 1948 al rugby e alla pallacanestro, campioni d’Italia di serie B.
Nel pattinaggio a rotelle si affermò in tutto il mondo Luciano Cavallini, 6 volte campione iridato nella corsa, innumerevoli record mondiali e 16 titoli Italiani Assoluti. Nell’artistico primeggiò Lucia Pontini, tre volte campionessa italiana e azzurra e le coppie Donatella Dapretto – Antonio Imperato, Erika Macor – Ljubo Stelè e Franca Strancar – Roberto Todero, tutte tricolori. Nel 1952 e nel 1964 l’Edera conquistò il titolo per società nell’artistico. Lucia Pontini ha partecipato ai Mondiali di Torino nel 1951, classificandosi 10a e nel 1952 a Dortmund, dove fu 8a; Erika Macor è stata 10a agli Europei di Essen nel 1967.
L’atletica maschile fu nobilitata da Armando Filiput e Fulvio Pellarini, campioni tricolori nei m 400 ostacoli e nel salto triplo nel 1946; tra le donne Loredana Simonetti fu più volte campionessa italiana nei m 800 e nella corsa campestre, partecipando agli Europei di Berna nel 1954.
Il nuoto rinverdì i fasti del passato con Annamaria Cecchi e Pierpaolo Spangaro presenti ai Giochi Olimpici di Roma 1960 e Tokio 1964 e agli Europei di Lipsia 1962 e Utrecht 1966, dove parteciparono anche Luciana Dapretto, Violetta Passagnoli e Roberto Pangaro. In totale 7 titoli italiani maschili e 12 femminili.
Già a partire dagli anni ’90 i problemi economici e la difficoltà di restare ad alto livello in così tante discipline avevano pian piano costretto la società a ridimensionarsi, passando dall’attività agonistica a quella promozionale e amatoriale. L’atletica fu una delle prime sezioni a staccarsi, il nuoto che aveva in gestione impianti e che era articolato in nuoto, tuffi, sincronizzato e pallanuoto lasciò poco dopo i festeggiamenti del Centenario (nel 2004 è nata la società As Trieste Tuffi Edera 1904, di cui è diventato direttore tecnico nel 2007 il campione nazionale Domenico Rinaldi) ed oggi la società è rimasta ancorata alla grande tradizione del pattinaggio a rotelle, diventando la seconda forza nell’hockey on line.
Nel 2009 ha ceduto in finale scudetto all’Asiago, ma nel 2011 ha conquistato il titolo di Campione d'Italia.